PALMER GENERATOR / THE GREAT SAUNITES – PGTGS (2020, Bloody Sound Fucktory e altre)


Sia Palmer Generator (“post-rock e psichedelia a conduzione familiare” mi ha fatto ridere come definizione, ma in effetti è vero) che The Great Saunites sono nomi ben noti all’interno dell’underground del nostro paese. I primi dediti, appunto, ad un post-rock ripetitivo, dalle tinte un po’ stoner; i secondi fedeli ad una religione sonora più rumorosa, che pesca tanto dall’afro e dalla psichedelia quanto dalla nowave e al rumorismo nudo e crudo.

L’incontro tra queste due band prende il nome di PGTGS, ed esce sotto forma di split per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale: un incontro/scontro di due progetti che partono da una psichedelia comune per diramarsi in direzioni diametralmente opposte, ognuna carica di elementi personali che fanno parte del proprio bagaglio di influenze e sonorità.

Il lato A, affidato ai Palmer, è inizialmente (“Mandrie pt1”) affidata a riff desertici e ripetitivi, pochi elementi – nelle mani dei tre strumenti “classici” – che salgono e si sviluppano in bilico tra atmosfere post e retrogusti stoner. Nella seconda parte (“Mandrie pt2”), anche se i due episodi sono fondamentalmente ben attaccati l’uno all’altro, più che una mandria viene facilmente da pensare ad uno sciame violentissimo di distorte zanzare ed insetti vari: basso e batteria scuotono, mentre la chitarra ronza tutto intorno. Un inizio disturbato che poi sfocia in una liberazione di ambienti post-rock, dove la tensione iniziale tende a risolversi, tra psichedelie anche dreamy, sicuramente più calme.

The Great Saunites, invece, che in Zante si allargano, includendo anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea…) armato di clarinetto e chitarra, ti catapultano nel pieno centro di una giungla, umida e scura, fatta di psichedelie – certo – ma non solo. Qui, alla base psichedelica ipnotica, si mischiano lampi nowave e tuoni rumoristici. Si pensa alla Squadra Omega, ai Tetuan ma anche, in certi punti, a certo afro-jazzcore (tipo i Mombu più bassi). Non c’è voce, è completamente strumentale, ma in lontananza si possono sentire voci sussurrate e giganteschi animali preistorici che urlano fiati visionari volando sopra le teste di chi ascolta.

È uno split affascinante ma non facile. Vi consiglio, però, di prendere coraggio ed affrontare questa camminata tra tempeste di sabbia e piogge acide, potrebbe stupirvi piacevolmente.

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https://www.bloodysoundfucktory.com/it
https://www.brigadisco.it/
https://www.ilversodelcinghiale.org/


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