LAIKA NELLO SPAZIO – DALLA PROVINCIA (2019, Overdub Rec)


Pensando ai grandi nomi della scena alternativa italiana, uno dei primi gruppi a venire in mente, soprattutto quando si parla di noise-rock, sono i Marlene Kuntz. Perché comunque, volenti o nolenti, che questi piacciano o meno, una traccia decisa l’hanno lasciata nei gusti musicali di tanti cresciuti in quegli anni e negli anni a venire. E anche se i Laika Nello Spazio con “Dalla Provincia”, uscito per Overdub Rec ad Aprile, decidono di fare a meno delle chitarre, l’eredità si sente forte, soprattutto nei brani più lunghi.

La ricetta dei due bassi e batteria col cantato rigorosamente in italiano, sfocia in un post-hardcore che il più delle volte riesce a convincere. Già dalla iniziale Il cielo sopra Rho ci si lascia abbracciare dai bei movimenti di bassi su cui si adagia nervosamente il testo dai richiami cinematografici (ma diciamo pure un omaggio dichiaratamente chiaro e diretto). La successiva La scala di grigi prosegue sulla stessa linea: lo strumentale strizza l’occhio al punk, alcuni movimenti sembrano carezze post-punk, però il cantato ha bisogno di qualche accorgimento. Salta all’orecchio l’inadeguatezza di questo ad un parlato più calmo, mentre sulle urla assolutamente niente da dire.

Ascoltando Copenaghen ci si sente come quando leggi un libro seduto su una panchina e, mentre leggi tranquillamente, un fortissimo colpo di vento ti stravolge le pagine e ti fa perdere il segno. Scosso, ma piacevolmente. In questo episodio si intuisce perfettamente in quali momenti la voce del cantante è più adatta. Nell’episodio appena passato e in quello subito successivo, Laika nello spazio, soprattutto. Qui il post-hardcore/noise rock delle prime tracce prende una piega decisamente punk: linearità distorte rendono il racconto più interessante. Di sicuro è l’episodio più convincente e il graffio del cantante – qui profondamente a proprio agio – ricorda da molto vicino la voce degli Elettrofandango.

Gli episodi Spazi bianchi e Dalla provincia, dove – a queste mi riferivo prima – si sente forte l’influenza di Godano e compagnia rumorosa (accadrà anche alla fine, in Prestazioni encomiabili), non mi convincono più di tanto. Personalmente, me ne allontanerei: sulle cose di pancia, il gruppo e soprattutto la voce del cantante, rende meglio.

Sogno immaginifico è come un salto sull’altra sponda della musica alternativa italiana: il risultato, un reading su rumorismi e movimenti minimali, mi ha riportato alla mente “Ritorno a casa” degli Afterhours e se ci pensate, il risultato non è malaccio, anzi. Non sembra assolutamente una copia, ma un omaggio ben fatto, spiegato e costruito in modo totalmente personale.

Zenit è un’altra delle tracce che mi ha colpito e mi ha lasciato piacevolmente scosso: intrecci math, in cui i riff di basso si uniscono e si avvitano tra loro, aiutati dal cantato che – non mi stancherò di dirlo – nelle cose così di pancia, risulta tanto più convincente. Mentre nella successiva La città delle stelle lo strumentale rimane di alta qualità, mentre la voce scivola più volte in scelte che mi hanno fatto storcere il naso.

Per essere un primo lavoro, le idee non sono affatto male: bisogna sistemare giusto un paio di cose, che col tempo – sono sicuro – andranno al posto giusto.

https://www.facebook.com/laikanellospazio/
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http://www.overdubrec.com/it

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