Un album, per meglio dire uno split tra due progetti, perfetto per meditare questo “Sins And Destiny Revelations Under A Buried Sun“. Per chiudere gli occhi e pensare. Un album, una cassetta per la precisione, di quaranta minuti: da un lato gli italiani qqq∅qqq, dall’altro Kaosmos dalla Turchia.
Venti minuti a testa. Venti minuti per lato in cammino tra esplorazioni ambient-ali, illuminati da un sole scurissimo. La musica dei veneziani qqq∅qqq è un crescendo di elementi minimal, una sorta di fortissimo silenzio che sceglie bene i suoi elementi tra i rumori meno rumorosi esistenti al mondo. Ripetitivi synth su beat di batteria elettronica che sembrano battere quasi a fatica. Una sorta di minimalismo esplorativo: ascoltare “Bury the sun and the deer will reveal your destiny” è come andare in giro in un posto nuovo, guardandosi intorno intontiti e meravigliati allo stesso tempo. Camminare, certo, ma in un rallenty estremizzato ai massimi livelli. Dall’elettronica “spaziale” si scivola in una sorta di secondo tempo – la seconda metà del brano – dalle tinte decisamente drone e noise, dove la prima parte viene graffiata e distorta senza quasi cambiare il proprio percorso. Si sentono un po’ gli echi di alcuni Squadra Omega.
Dall’altro lato, l’artista turca celata dietro il moniker Kaosmos ci offre, con la sua “There is no sin uncommited under the sun”, una sorta di rielaborazione in chiave moderna dell'”Helikopter-Streichquartett“ di Karlheinz Stockhausen. Solo che qui non ci sono archi ma synth su synth, ed invece degli elicotteri ci sono dei violentissimi quanto ripetitivi martelli pneumatici. Un esercito di martelli pneumatici che cercano in tutti i modi possibili di distruggere il manto d’asfalto creato dall’elettronica, al limite del canto sciamanico, di Filiz Sert.
I quaranta minuti dello split uscito per Casetta (e diverse altre realtà che trovate elencate qui di solito) sembrano la colonna sonora perfetta per una vera e propria esperienza sensoriale, non solo un semplice ascolto.