La difficile scelta del nome #02: I CAMILLAS

I Camillas nascono come duo ma sono da sempre e per sempre in continua evoluzione, sia per quanto riguarda la formazione che per le scelte stilistiche e musicali. C’è tutto un mondo che gira intorno a Zagor e Ruben e alle loro idee: c’è il pop, ma quello bello, c’è il punk, la psichedelia colorata, la disco, tanta disco, c’è l’assurdismo surreale di Cochi e Renato ed il virtuosismo di Lucio Dalla, il beat, c’è il pop hardcore dei fratelli X-Mary e la leggerezza di Calcutta. Ci sono mandrie di bisonti e di postini che, tutti insieme, ti caricano e ti consegnano a mille e mille universi paralleli diversi. Diversi, così come sono diverse le canzoni de I Camillas, prese singolarmente.

Il loro ultimo lavoro è Discoteca Rock (qui la recensione), uscito nel 2018 per Trovarobato – vera istituzione per quanto riguarda le stranezze musicali in Italia – ma la loro vera forza è l’aspetto live: se avete la possibilità, non perdeteveli.

Ma comunque, siamo qui per altro. Quindi: Zagor e Ruben, spiegateci un po’… Come è nato il nome I Camillas?

Zagor: Ci siamo chiamati I Camillas senza sapere che questo sarebbe stato il nostro vero nome. Doveva durare il tempo di un brano suonato ad un festival… poi è successo che il tempo si è allungato, riprodotto e divertito. E il nome era sempre lì ad accompagnarci e tutt’ora ci chiamiamo così.
È un nome uscito dalla nostra immaginazione in modo non troppo consapevole. Volevamo solo facesse pensare ad un vero gruppo. Dopo, ripetendolo a chi ce lo chiedeva e scrivendolo, abbiamo capito di aver scelto un nome con quella “I” davanti perché ci ricordava i gruppi beat italiani degli anni sessanta (I Camaleonti, I Giganti, I Quelli, I Ribelli…) e volevamo fare una musica che avesse proprio quello spirito così immediato, melodico e scanzonato, tipico di quel genere. Ma solo lo spirito e non la forma. La forma doveva essere magica.
Qualche tempo dopo abbiamo scoperto che “Camillas” in spagnolo significa “Barelle”, ma questo non è importante, però è divertente. Forse ho un ricordo: in tv si parlava di Camilla, moglie del principe Carlo d’Inghilterra, quando scegliemmo il nostro nome e lei potrebbe essere entrata nel nostro cervello senza che noi ce ne siamo accorti e poi io ho sempre pensato che non è così brutta come tanti dicono. Sì, mi sa che Camilla moglie di Carlo un po’ mi piace.

Ruben: Forse Carlo l’ha scelta pensando a noi.


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